
Avere una corretta alimentazione, equilibrata nei tempi, nelle calorie e nei modi si può dire appaia talvolta più semplice o più difficile di quello si può pensare e questo fondamentalmente perché nonostante mangiare faccia parte della vita di ognuno di noi, sono pochissimi coloro che effettivamente conoscono il vero significato di alimentarsi in maniera sana.
Bando allo “spuntino di mezzanotte”
Come per tutto nella vita, anche per mangiare bene bisogna studiare, informarsi, leggere e conoscere, unica vera tecnica per allontanare da sé abitudini sbagliate, falsi miti e quanto di più banale mina quotidianamente al nostro benessere fisico che si rifà poi, il più delle volte, sul nostro benessere mentale.
A questo riguardo sebbene in molti siano consapevoli che gli spuntini “fuori pasto” siano sostanzialmente i peggiori in termini calorici, in molti non sanno in termini tecnici quanto possano essere sbagliati. Quante volte, tornati a casa dopo una lunga serata si viene corteggiati dall’idea di un bello spuntino di mezzanotte, come si suol dire. Un panino, qualche biscotto ma anche, talvolta, veri e propri piatti di pasta dalle porzioni generose.
I benefici di cenare “presto” rispetto alle cene “notturne”
Parlando proprio dello “spuntino di mezzanotte”, un recente studio scientifico pubblicato da Plos Biology ha reso noto come, quello “spuntino” notturno costi molto più di quanto ci si possa immaginare. Chiunque si appresti a mangiare tardi, in generale, la sera corre infatti il rischio di assumere molte più calorie.
Il motivo? Lo smaltimento dei grassi durante il riposo la notte è di molto inferiore rispetto a chi invece è anche solamente più incline a cenare relativamente presto la sera. Esistono poi ricerche correlate al “cenare tardi”, come quella della Oxford Academic Metabolic Effects of Late Dinner in Healthy Volunteers – A Randomized Crossover Clinical Trial, che ha evidenziato come chi sia solito cenare intorno alle 22 rispetto a chi cena intorno alle 18 sviluppi con più facilità intolleranze al glucosio riducendo il tasso di ossidazione del grasso, altro elemento che gioca a favore dell’obesità e altre patologie non dissimili.