La psoriasi è molto più che una malattia che attacca la pelle in maniera cronica e debilitante: in pochi sono soliti approfondire tutti gli aspetti di questo tipo di patologia infiammatoria che ha fortissime ripercussioni sulla psiche.
Come la psoriasi può condizionare la carriera
Lo dimostrano le testimonianze di alcune donne come Nitika Chopra che, raccontadosi a Marie Claire, si è soffermata sulle conseguenze che ha avuto la psoriasi di cui soffre sulla sua condizione esistenziale e ancor più sulla sua carriera lavorativa. Come tantissime altre donne al mondo, Nitika ha iniziato a fare i conti con la psoriasi in giovanissima età, ad appena 10 anni e crescendo ha incontrato momenti in cui il 98% del suo corpo è stato ricoperto da fastidiose e visibili macchie rosse. Una patologia che non solo l’ha messa a dura prova nella sua intimità, con sé stessa, ma anche sul luogo di lavoro dove è stato difficile mettersi in gioco proprio a causa della psoriasi.
Psoriasi: l’incomunicabilità e la discriminazione
“Mi sentivo depressa, imbarazzata e totalmente isola e tutto questo rendeva difficile seguire i miei sogni e credere di essere persino degna di lavori e opportunità che desideravo disperatamente per me stessa”, ha raccontato e lo stesso The Journal of Dermatological Treatment spiega come la psoriasi abbia in modo certificato gravi impatti sulla carriera di chi ne soffre. Tra i principali fattori che debilitano la psiche quando si soffre di psoriasi vi è l’impossibilità, spesso, di non poterla nascondere essendo il più delle volte visibile e non sempre intesa come tale. Non sono casi rari quelli di discriminazione proprio alla luce di un difetto relativo agli inestetismi della pelle.
Il dialogo con il capo e con i colleghi per abbattere un muro
Diversa ancora l’esperienza di Reena Ruparelia, anche lei 40enne, che non dimentica i momenti in cui, anche lei affetta da psoriasi, davanti a lei a lavoro si è presentato qualcuno che ha poi evitato di darle la mano proprio per le macchie rosse e squamose sulla sua pelle: “Altri non hanno più voluto lavorare con me perché credevano che fossi malata e contagiosa”. A tutto questo si aggiunge il dolore, non meno debilitante rispetto alle conseguenze che la psoriasi ha esteticamente sul corpo: “Quando l’ansia e il dolore per la psoriasi erano troppo da sopportare mi sono ritrovata anche a perdere il lavoro e a rifiutare le opportunità a causa della mia pelle. Ha influenzato il mio futuro”. Oltre alle cure mediche, proprio per questi motivi è consigliato a chi soffre di psoriasi di cercare di aprirsi il più possibile su questo problema, discutenendone anche con il proprio datore di lavoro o con i propri colleghi: “Può aiutare a costruire comprensione e a dissipare disagi e pregiudizi”, sottolineano i dottori.