
Qual è l’età giusta per regalarne uno?
Il primo smartphone: tutti i bambini lo sognano e gli adolescenti non possono farne a meno. Ma qual è l’età giusta per regalarne uno? Gli interrogativi su quale sia l’età giusta
Gran parte dei genitori, arrivati alla pubertà, iniziano a chiedersi quale sia l’età giusta per regalare al proprio figlio il primo cellulare.
Questo perchè, con i nuovi pericoli nati dalla tecnologia, il possesso di uno smartphone richiede una certa responsabilità.
Frodi, bullismo, adescamento… tanti sono i pericoli che i ragazzi corrono al giorno d’oggi quando si affacciano nel digitale. Tanti però sono anche i vantaggi: creazione di connessioni, possibilità di ampliare la propria conoscenza, l ibera espressione.
Ma, il vantaggio più grande legato al fatto che nostro figlio abbia lo smartphone con sé, sta nella possibilità di poter comunicare con lui in qualsiasi momento, sopratutto se si dovesse trovare in difficoltà.
Cosa dicono gli esperti
Fino a qualche anno fa, gli esperti consigliavano di regalare un cellulare ai propri figli intorno ai 13-14 anni di età, quando iniziano le scuole superiori e richiedono quindi una certa autonomia.
Ancora oggi molti psicologi dell’infanzia concordano nello stabilire dei limiti nell’età e nell’uso del telefono. Le statistiche però mostrano che i bambini italiani ricevono il primo smartphone personale già intorno ai 10 anni d’età, a cui spesso possono accedere con autonomia su tempi e modalità di utilizzo. Ciò comporta vari stati di dipendenza già da piccoli, che possono sfociare in scatti d’ira o stress.
Quindi, quando è l’età giusta?
In realtà, è difficile definire un’età specifica, questo proprio perché consegnando a un bambino uno smartphone, gli affidiamo un carico di responsabilità che deve essere per forza commisurato alla sua età.
Personalmente, sono fermamente contrario a dare ad un bambino un telefono senza limiti o confini, soprattutto in un’età in cui non è in grado ancora di darsi dei limiti da solo.
Possiamo quindi dire che non esiste un’età giusta perché ogni bambino è a sè. E’ però il compito di ogni genitore, capire quando e se è il momento giusto di concedere al proprio figlio questo privilegio oppure no, in base al livello di maturità individuale.