
Artemisia Gentileschi, ( nata l’8 luglio 1593, Roma, Stato Pontificio [Italia] – morta nel 1652/53, Napoli, Regno di Napoli ), pittrice italiana, figlia di Orazio Gentileschi, , uno dei principali seguaci del rivoluzionario pittore barocco , Caravaggio.
Fu un’importante sostenitrice di seconda generazione del realismo drammatico del Caravaggio.
Allieva del padre e dell’amico paesaggista Agostino Tassi, dipinge dapprima in uno stile indistinguibile dall’interpretazione un po ‘lirica dell’esempio di Caravaggio del padre.
Fu violentata da Tassi e, quando non mantenne la promessa di sposarla, Orazio Gentileschi nel 1612 lo portò in giudizio. Durante quell’evento lei stessa è stata costretta a testimoniare sotto tortura.

Sugli ultimi anni della Gentileschi, più delle poche opere sicure, sono alcune lettere a recare interessanti elementi di conoscenza (in esse si trova anche menzione di dipinti per lo più perduti). Particolare rilievo riveste la corrispondenza di questo periodo con l’importante collezionista don Antonio Ruffo di Messina.
La corrispondenza fra la Gentileschi e don Ruffo costituisce uno strumento prezioso per mettere a fuoco la personalità energica e sin quasi battagliera della Gentileschi, che più volte rivendicava le proprie qualità e il proprio prestigio reagendo orgogliosamente a qualsiasi affermazione che potesse intaccarne la dignità oppure oscurarne le virtù artistiche.
Particolare rilievo riveste la corrispondenza di questo periodo con l’importante collezionista don Antonio Ruffo di Messina
