
Per una risposta affermativa, vi è solo una parola: sì. Tutte le altre parole sono state inventate per dire di no. Tristan Bernard
Quante volte si avrebbe voluto optare per un categorico “no” ma la paura di negarsi ci ha costretti, a malincuore, ad accettare inviti, compiti, comandi? Gli esempi possono essere tantissimi così come sono tante le dinamiche che entrano in gioco quando ci si sente con le spalle al muro, impossibilitati dal rifiutare. Esistono però modi e tecniche per riuscire a dire “no” senza arrivare a pronunciare la temibile negazione soprattutto quando dall’altra parte c’è il datore di lavoro.
Dire “no” senza dire “no”
La non risposta è una risposta – Nel pieno di una riunione o di un colloquio più informale di fronte alla macchinetta del caffè, quando ancora l’incubo del Covid non era così tangibile, arriva la fatidica domanda: una richiesta, un invito, un compito a cui non si ha la minima voglia di adempiere. Perché allora lasciarsi andare ai miasmi quando, non rispondere nulla, potrebbe giovare? È provato infatti come, di fronte ad una richiesta, una non risposta e dunque un lungo silenzio possa far sì che la richiesta cada nel vuoto, risuonando come un “no” senza però averlo mai pronunciato. Paura di risultare scortesi? Non fasciatevi la testa prima che sia rotta: sin quando nessun vi dirà che così è stato, può solo che essere una tecnica che può di tornarvi utile.
Chiedere informazioni – Potrebbe sembrare un po’ i gioco del “tira la fune”. Qualcuno avanza la richiesta e l’altro, di tutto punto, non risponde né sì né no ma solamente domanda, chiede a sua volta maggiori informazioni. Un continuum, un vortice di domande via via sempre più avare di dettagli per arrivare ad ottenere informazioni che non possono essere garantite, minuziosi dettagli irraggiungibili. Il vantaggio? Chi avrà avanzato la richiesta non sarà così propenso a riproporla per evitare a sua volta domande cui la risposta non è accessibile.
L’insostenibile leggerezza dell’incerto
L’arte dell’incertezza – Se non si vuole dire “sì” pur non potendo dire “no”, la soluzione potrebbe nascondersi in un “forse”. Del doman non v’è certezza scriveva De Medici ma perché ancora non aveva chiaro quanta potenza ci fosse nell’arte dell’incertezza. Di fronte a quelle domande impossibili, nonostante tutto, la richiesta è stata avanzata di nuovo? Don’t Panic: non c’è niente di più corretto, esternamente accettabile e convenzionalmente saggio che prendersi del tempo per decidere permanendo sul vago.
“Non è sì, non è no ma è assolutamente forse”. Una non-risposta molto chiara.
Non ora – Niente c’è di più efficace che far intendere all’interlocutore che non è un momento propizio. Non è questo l’anno, il mese e il giorno per poter affrontare ciò: una scusa che può tornare molto utile e anzi, estremamente valida se seguita poi da un’indicazione temporale, un “ne parleremo” fissato in un giorno effettivamente reale, specifico seppur molto lontano nel futuro dal momento in cui si sta parlando. “Ne riparliamo il 4 gennaio del 2021”, una connotazione di spiccato senso del dovere e di serietà ma troppo lontano. C’è chi di quella richiesta si dimenticherà e chi, invece, nel mentre avrà trovato qualcun altro a cui farla.
Ringraziare, contrattare, accettare
Grazie, prego, scusi, tornerò – Molto simile al “non ora”, è la promessa: tornerò io, vi contatterò io. Non si tratta di un “no” ma di un “credetemi, arriverà un momento in cui vi risponderò”. Un momento fittizio che non necessariamente deve arrivare ma che intanto vi garantirà una risposta negativa nell’immediato pur senza fare ricorso al “no”.
Uomo d’affari: contrattare – Lo si impara crescendo: quando non si vuole rispondere ad una domanda, proprio come accade nella maggior parte dei discorsi pubblici, televisivi e politici, il piano d’azione prevede di porre a propria volta una domanda. Non si ha proprio tutta quella voglia di accettare il compito ricevuto o quell’invito avanzato ed utile può essere la strategia della “contrattazione”. “Anziché quel compito, posso farne un altro?”; “Non posso accettare questo invito ma se volete, vi dico che posso fare questo” sono alcune delle formule di contratto che permettono di rifiutare la proposta pur senza negarsi e conservando uno spirito generoso e propositivo a riguardo che allontanerà ogni sospetto. Occhio solo a gestire bene la situazione: sarebbe una beffa ritrovarsi incastrati in non più una ma ben due richieste da soddisfare!
Accettare – Sembrerà sciocco, eppure così è sia che vi paia o no. Sembra infatti che dire di “sì” sia a tutti gli effetti il modo più semplice per dire “no” con lo scotto però dell’infelicità. Dopo una prima felicità da ambo i lati, quando non vi sarà realizzazione ci sarà delusione. Se questi 7 piccoli consigli per dire “no” senza dover dire “no” non dovessero essere sufficienti non resta che essere onesti e sinceri, rifiutarsi esattamente per le ragioni che non vi spingono ad accettare pur restando gentili e cordiali nel fornire spiegazioni. Un’ultima spiaggia.