Inflazione: che cos’è e perché riguarda anche noi

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Inflazione

L’inflazione è in aumento in tutto il mondo occidentale, una situazione che non riguarda solo i numeri freddi e astratti ma che ci interessa nel quotidiano.

Nel corso dell’estate abbiamo ad esempio assistito all’aumento vertiginoso del prezzo della benzina: dovuto sia all’aumento dell’inflazione sia al mancato accordo tra i paesi dell’OPEC, tale costo sta incidendo quotidianamente sull’economia delle famiglie comuni.

A questo proposito l’inflazione dei prezzi al consumo nel Regno Unito è aumentata del 3,2% su base annua ad agosto, il più alto aumento annuale in quasi un decennio, stessa situazione negli USA, dove è attualmente al 5,4%.

Ma cosa significano queste percentuali? E cos’è l’inflazione?

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L’inflazione: che cos’è e come si calcola

L’inflazione è definita come l’aumento generale del livello dei prezzi di beni e servizi in un determinato intervallo di tempo, che comporta una riduzione del potere d’acquisto. In sostanza, l’inflazione è il fenomeno a causa del quale i prezzi aumentano e, pertanto, diminuisce il valore del denaro.

Essa viene calcolata grazie al lavoro dell’Istituto nazionale di statistica, il quale in Italia e in tutti i paesi del mondo, calcola e registra i prezzi di migliaia di prodotti nel corso dell’anno. La variazione di prezzo che di mese in mese si registra, moltiplicata per il peso che ogni bene ha nell’economia di una famiglia, fornisce la percentuale di aumento dei prezzi (inflazione) da un anno all’altro nel mese preso in esame.

Per semplificare, ogni mese vengono registrati i costi di diversi prodotti che assumono un diverso peso nel calcolo in base alle abitudini di spesa medie dell’insieme delle famiglie. Esse determinano il peso da attribuire ai diversi beni e servizi nella misurazione dell’inflazione.

Nel calcolo dell’inflazione si tiene conto di tutti i beni e servizi consumati dalle famiglie, fra i quali figurano:

• Generi di uso quotidiano (ad esempio alimentari, giornali, benzina)
• Beni durevoli (ad esempio capi di abbigliamento, computer, lavatrici)
• Servizi (ad esempio affitto dell’abitazione, servizi di parruccheria, assicurazioni)

In base all’aumento percentuale di tali prezzi e del loro peso nel “paniere” totale determina il tasso di inflazione di un mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

In Europa, è lo IAPC – o indice armonizzato dei prezzi al consumo – a occuparsi di rilevare le anomalie e i cambiamenti nell’area dell’Euro, basando lo studio sui prezzi di circa 1,8 milioni di prodotti, che vengono registrati dagli osservatori in oltre 200.000 punti vendita di quasi 1.600 città, piccole e grandi, nell’intera area dell’euro. In ogni paese sono rilevati mediamente i prezzi di circa 700 beni e servizi rappresentativi.

Perché ci interessa direttamente?

Come molte questioni di economia mondiale, anche l’inflazione tende ad essere associata a problemi che non toccano la quotidianità dell’individuo. Essa è invece ben presente, in quanto determina l’aumento di prezzi di consumo quotidiano e di acquisto più comune.

Il modo di tenere a bada l’aumento dei prezzi è quello di intraprendere politiche monetarie ed economiche volte a fissare i prezzi grazie all’intervento dello stato, evitando un rincaro eccessivo e dunque un appesantimento dei bilanci delle famiglie.

Quindi su cosa impatta l’inflazione?

Innanzitutto sulla nostra percezione dei prezzi: i rincari sono più facili da memorizzare rispetto alla stagnazione o ai ribassi, e vengono ricordati più a lungo.

In seconda battuta ciò di cui ci accorgiamo riguarda gli acquisti in contanti, e le variazioni di prezzo riguardo un acquisto che facciamo frequentemente. Se nel corso del tempo il prezzo del pane aumenta, sarà più facile notarlo in quanto si tratta di un bene che viene consumato mediamente con catena quotidiana dalle famiglie italiane, mentre sarà già difficile accorgersi dell’aumento di prezzo del cacao che – sempre mediamente – viene acquistato con meno regolarità.

Infine, i tassi di inflazione sono calcolati su base annuale ma con la memoria andiamo molto già indietro nel tempo. In pratica, se dal 2020 al 2021 il rincaro percentuale dei prezzi è stato del 2%, la nostra memoria riguardo agli aumenti ci riporta indietro anche di tre, cinque o dieci anni che – se manteniamo una media di aumento dell’inflazione del 2% annuo – ci parla di un aumento del prezzo del bene x di circa il 20%.

Un rincaro notevole, che dite?

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