Automazione e il nuovo mondo del lavoro

Il mondo del lavoro è sempre più dominato dalle innovazioni tecnologiche.

Auto che si guidano da sole, macchine che leggono i raggi X e addirittura algoritmi in grado di sostituire il classico servizio clienti.

In questo scenario ci troviamo di fronte ad un’economia digitale che mette da parte l’essere umano in molti ruoli professionali.

Questo rappresenta una vera sfida per imprenditori, che devono stare al passo con i tempi, ma anche per lavoratori e professionisti, i quali vengono messi alla prova.

Per non risultare obsoleti e facilmente sostituibili ovviamente devono essere in grado di cogliere i cambiamenti e capire come possono inserirsi in questo ambiente in continuo mutamento.

Sicuramente genera anche molta paura tutto questo progresso perché, se da un lato si tratta di un valore aggiunto per le imprese, dall’altro va gestito con cautela.

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Prima di tutto è necessario calibrare l’automazione nei diversi ambiti aziendali, per non correre il rischio di perdere il tratto umano fondamentale in alcuni settori.

Si pensi ad esempio al servizio clienti.

Le risposte automatiche gestite dai bot possono aiutare a smaltire il traffico di richieste che arrivano all’aziende.

In seconda battuta risulta necessari formare personale per rispondere o comunque stabilire un contatto emotivo con il cliente.

Inoltre, un buon imprenditore, dovrebbe stabilire una chiara comunicazione con i propri dipendenti.

Infatti, alla base di una serena struttura aziendale, la narrazione dell’inserimento di automazioni nel processo deve essere ben integrata con le competenze fornite dai lavoratori già presenti.

A volte potrebbe essere necessario integrare con formazioni specifiche le skills dei propri dipendenti.

Quali potrebbero essere però gli effetti a lungo termine dell’automazione?

Se ne parlava già ai tempi di Aristotele, il tema è davvero sentito oggi così come in passato.

Il timore di venire sostituiti dalle macchine e della conseguente perdita di posti di lavoro è tangibile.

La storia però ci insegna che questa è una paura senza fondamento.

Il sistema economico è flessibile e, se da un lato si riconosce una prima fase di assestamento, dall’altra progresso e automazione risultano mosse vincenti.

I mercati si adattano e anche l’essere umano.

Dal progresso sono sempre nate nuove occupazioni e ruoli professionali in grado di adattarsi perfettamente ai tempi. In particolare, il Covid, ha accelerato questo processo, ma il risultato della New Economy è sotto gli occhi di molti, generando in realtà una spirale positiva di nuove professioni, tagli dei costi ed efficienza nei processi organizzativi.

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