
Come sarebbe il mondo senza umani? O meglio, cosa accadrebbe se da un momento all’altro dalla faccia della terra l’uomo scomparisse? No, non è l’incipit di un film post apocalittico, ma il risultato della fatica letteraria e giornalistica di Alan Weisman.
Scrittore, giornalista e insegnante statunitense, Alan Weisman ha dato alle stampe nel 2007 “Il Mondo senza di Noi”, un testo a metà tra la fantasy fiction e il saggio scientifico-giornalistico capace di darci un affresco di incredibile portata riguardo ai cambiamenti che l’uomo ha innestato sul pianeta sin dal momento della sua comparsa, a ciò che accadrebbe qualora la specie umana scomparisse all’istante e, soprattutto, alla pochissima importanza che abbiamo all’interno dell’universo.

Il mondo senza di noi: un viaggio intorno al mondo
Il libro di Weisman, complesso dopo i primi due capitoli in cui ci esplicita la intrinseca fragilità del mondo umano e delle sue imperiture costruzioni, è costruito intorno ai contributi di importanti tecnici (biologi, ecologi, ingegneri e chi più ne ha più ne metta) il cui compito è mantenere lo status quo del pianeta per far si che la pesce umana prosegua il proprio approvvigionamento indiscriminato.
E così il giornalista ci porta nella Białowieża Puszcza, al confine tra Polonia e Bielorussia, alla scoperta dell’ultima foresta incontaminata presente in Europa, in una New York completamente inondata dalle acque ora tenute a bada da pompe elettriche, a Varosha, una città cipriota fantasma in cui si può vedere un’anteprima di quello che accadrebbe se gli esseri umani scomparissero e nella linea di demarcazione tra le due Coree, dove le Gru della Manciuria possono vivere indisturbate, almeno fino a quando nessuno deciderà di invadere quello spazio ad oggi sacro per la biodiversità.
Un viaggio dall’ampiezza globale, che spazia anche temporalmente mostrandoci scientificamente quanto pesino le nostre azioni sul mondo che circonda e quanto l’essere umano abbia impattato sull’ecosistema terra.
Il mondo senza di noi è un bagno di umiltà
Ma se la descrizione dei cambiamenti innescati a causa delle nostre azioni è disarmante e ci elegge a deleteri mostri mangia pianeti, è ciò che correda tali descrizioni a costituire il fulcro del libro.
Il Mondo senza di noi è un bagno di umiltà per tutti coloro che sceglieranno di leggere il libro, un tuffo nella minuscola importanza dell’uomo nell’economia universale.
Weisman ci parla di quello che rimarrà dell’uomo a distanze varie dal momento della sua sparizione: ceramiche, fossili residuali, qualche onda sonora inviata nello spazio. Niente più di questo, poiché il pianeta – almeno fino a quando il sole non esploderà decretando la fine di ciò che conosciamo – riuscirà a riprendersi, passando oltre la presenza dell’essere umano come se nulla fosse cambiato.
Beh, nulla proprio no, ad esempio se le centrali nucleari non venissero spente per tempo i danni che potrebbero causare si stimerebbero temporalmente in migliaia di anni, ma il pianeta resisterebbe ugualmente e la vita continuerebbe.
Perché leggerlo?
Leggere il Mondo senza di Noi di Weisman è dunque un atto dovuto rispetto a quello che è il nostro mondo contemporaneo: un meltin pot di problemi ecosistemici ai quali è possibile porre un freno, ma non di certo un rimedio.
Suggeriamo dunque di leggerlo per farsi un’idea più precisa su cosa muova i meccanismi di rigenerazione del pianeta, su quanto siamo deleteri e allo stesso tempo insignificanti, in un universo che ricerca equilibrio.