
Un vecchio pescatore cubano incapace di pescare alcunché per ottantacinque giorni e un enorme marlin indomito e forte. Lo schema del libro di cui vogliamo parlarvi oggi è semplice: Santiago esce a pescare dopo ottantacinque giorni in bianco e si imbatte nel pesce più grande che avesse mai visto.
La lotta è strenua e affrescata in maniera magistrale dall’autore, volta in direzione di una conclusione degna di cotanto racconto.
Il vecchio e il mare vede i natali nel 1953, grazie ad Ernest Hemingway, rimanendo profondamente attuale anche sessant’anni dopo la sua pubblicazione.

Immersione a Cuba
La trama, l’abbiamo detto, è semplice ed essenziale, volta a quel verismo esistenziale caratterizzante gli scritti di Hemingway.
Lo scrittore e giornalista americano vinse il nobel per la letteratura grazie a questo racconto, ma oltre ai premi e alle caratteristiche di scrittura, il libro risulta essenziale al giorno d’oggi come inno alla vita e al rispetto.
Si, perché nella lotta orgogliosa e tenace tra Santiago e il marlin pescatore si respira il profumo del rispetto tra due creature che vivono in simbiosi un ambiente che ha offerto tante gioie quanti patemi al pescatore, e che si dimostrerà beffardo per il marlin.
Leggerlo oggi, nella completezza delle sue pagine e nella profondità della lingua usata da Hemingway, permette di immergersi totalmente in un mondo ormai perduto: i Caraibi del secolo scorso, prima della crisi dei missili cubani e di Fidel Castro, quando Cuba era un’isola di pescatori.
L’immersione in questo mondo viene agevolata dal linguaggio usato dall’autore, capace di trarre dalla sua esperienza a Cuba i modi di dire, la cadenza e gli usi tradizionali di una lingua poi profondamente cambiata.
Leggere oggi Il Vecchio e il Mare
Ma oltre all’immersione culturale e alla maestria di Hemingway, ciò che ci porta a consigliare un libro della metà degli anni cinquanta a chiunque voglia addentrarsi nella conoscenza di sé oggi, nel 2021 (e sempre, aggiungeremmo noi), sono le emozioni suscitate da una lotta tanto dignitosa quanto bella, in cui i due avversari divengono amici, fratelli, simbiotici protagonisti di un luogo magico.
Il mare diviene l’epicentro del rispetto che reciprocamente il marlin e Santiago si portano durante lo scontro: quando la lotta è nel suo momento più intenso, il pescatore si riferisce alle acque intorno a lui come “la Mar”, al femminile, come se formassero le sembianze di una donna da amare.
Quando poi – a lotta finita – giungiamo allo scontro con gli squali che disonorano il maestoso marlin, la distesa di acqua salata diviene “El Mar”, avversario di un pescatore che si è spinto troppo al largo per salvare il suo amico dagli squali.
Il vecchio e il mare è un racconto che parla di umanità, di rapporti basati sul reciproco rispetto, sulla tenacia e la forza di volontà, sull’invecchiamento e sulla decadenza della vita che si riduce ai valori che riteniamo fondamentali.
Santiago è un inno alla vita, all’intenzione di non arrendersi per nessuna ragione, al rispetto e ai valori personali, fondamentale base per la vita di ogni essere umano.