Roma. Città degli echi, delle illusioni e del desiderio diceva Giotto.
Approdare nella capitale con la presunzione di poterne scorgere ogni sua bellezza è ardua se non impossibile impresa. Museo a cielo aperto, niente può dirsi più bello e appagante che perdersi senza bussola per le strade della città eterna lasciandosi sorprendere dalle sue bellezze all’improvviso, celate dietro l’angolo in un vagabondare tra storia, tradizione, cultura e civiltà.
C’è chi dice non basti una sola vita per poterla toccare tutta ma con un po’ di presunzione e spirito di sacrificio – un privarsi consapevole e kierkegaardiano in un mare di scelte possibili – è possibile tracciare un piccolo tour dell’urbe senza escludere troppe attrazioni.
Un giorno, girovagando per Roma per 10 kilometri
Punto di partenza per antonomasia, ma anche luogo di arrivi, la stazione di Roma Termini che permette di immergersi immediatamente nella quotidianità romana, tumultuosa e frastornante, febbricitante come le migliaia di persone che ogni giorno vi fanno tappa tra taxi, navette e vividi ritratti metropolitani. La prima meta, salpati da Termini, è la Chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, da raggiungere costeggiando rigorosamente il Teatro dell’Opera.
Vagabondare per rioni fino a Trevi
Luogo di culto in quel del rione Monti è qui possibile osservare la magnificente arte del Borromini lasciandosi poi incantare, varcata la soglia, dalla cupola in laterizio che offre un gioco di prospettive tra i più suggestivi che si possono scorgere in città. Risalendo la città ai piedi del Quirinale, in pochi minuti di passeggiata bisognerà trovare modo e tempo di tirare fuori il cellulare per immortalare, immancabilmente, l’eterna Fontana di Trevi.
Da Trinità dei Monti al respiro di Castel Sant’Angelo
Appena 10 i minuti che separano uno dei luoghi di culto della Capitale dalla scalinata più celebre, tra le più celebri al mondo in realtà: quella che eleva il corpo e l’animo alla Chiesa della Santissima Trinità dei Monti in rione Campo Marzio. Qui la scelta è varia e sta tutto al sentimento del visitatore decidere attraverso quale storica viuzza raggiungere Ponte Cavour da dove già sarà possibile, oltrepassando il Tevere, alzare lo sguardo per perdersi nell’infinita imponenza del Palazzo di Giustizia, sede odierna della Corte suprema di Cassazione e dalla solennità, alle sue spalle, di Castel Sant’Angelo.
Maestoso il Vaticano
Un vero e solo preludio, dopo appena 5 km di passeggiata, di quel sospiro senza tempo ai piedi di Via della Conciliazione al fine della quale si staglia immensa la Basilica di San Pietro in Vaticano, ed ogni parola decade desueta per avanzare descrizione. Ritornando dall’altra parte della sponda passando per Ponte Vittorio Emanuele II (attraversarlo la sera quando le luci della città si accendono non trova sinonimi) è d’obbligo allungarsi fino al Ghetto con i suoi particolarissimi scorci, un borgo senza tempo e costellato da locali, per poi raggiungere la statua di Giordano Bruno, posta al centro di Campo de’ Fiori, piazza dai vivaci colori mercantili.
L’intimità di Piazza Mattei e gli ultimi passi verso l’Altare della Patria
Una piccola deviazione, anche qui, è categorica: se di Roma è possibile vivere i “luoghi comuni”, l’eccezion va fatta per piazza Mattei (non tra le più conosciute) dove si erge la Fontana delle Tartarughe, la stessa che a suo tempo accolse i versi di Pasolini.
Gli ultimi due kilometri rappresentano un gran finale ma anche un grande inizio: è una sfida osservare l’Altare della Patria, percorrere Via dei Fori Imperiali tra le rovine della città e raggiungere il Colosseo credendo di essere arrivati a destinazione perché difficile sarà non farsi pervadere dalla voglia di perdersi ancora e ancora, vorticosamente, in una città che vuole solo essere guardata e corteggiata, ciclicamente, con l’eterna voglia di ritornare.
Se il mini tour per la città di Roma è stato di vostro gusto, certo non potrete mancare di fare anche 5 passi passi per Lisbona.