
Una civiltà non lascia dietro di sé altro che resti. Quando scompare, dilaniata dalle brame della storia del mondo, una civiltà spesso lascia solamente strutture e sovrastrutture da ammirare senza soluzione di continuità, riuscendo lugubre allo spettatore che non ne conosce la storia passata.
Se in un futuro post apocalittico dunque ci trovassimo a tu per tu con una fabbrica di iPhone abbandonata da tempo, forse avremmo lo stesso shock prodotto da ciò che oggi definiamo Urbex.
Urban Exploration, per amor di completezza, indica quella pratica tramite la quale esploratori urbani anticipano l’estinzione umana e visitano luoghi del presente ormai fatiscenti, abbandonati, in disuso.
Un vero e proprio viaggio verso due dimensioni contemporanee: il passato, perché si rivivono edifici che raccontano storie di vita ormai sfumate, e il futuro, in quanto quello potrebbe essere il destino di tutte le strutture costruite dall’umanità in un momento non troppo lontano.

Regole dell’Urbex
Ma lasciando da parte qualsiasi tensione di finalismo distruttivo, torniamo a parlare dell’Urbex. Una tendenza che da alcuni anni ha preso piede anche in Italia, l’Urbex è l’arte di esplorare paesaggi urbani e antropici in generale ormai fatiscenti e non più in uso.
Il viaggio all’interno di questi edifici, che possono essere chiese abbandonate, manicomi chiusi dalla legge Basaglia, ospedali lasciati alla natura per mala gestione, industrie ormai chiuse o fallite, ma anche ville antiche, acquedotti di tempi andati e rimesse di auto invase da selci, è fonte di una scarica di adrenalina incredibile, anche se necessita di alcune regole.
Si, perché i luoghi in cui ci si addentra praticando Urbex sono pericolosi e spesso nascondo insidie che possono arrecare danni ai visitatori non preparati adeguatamente. Ci sono dunque delle regole, in fase preparativa, che bisognerà rispettare per avere un’esperienza sicura, almeno nel possibile.
Prima di offrirvi l’elenco delle regole per una perfetta Urban Exploration vorremmo però citare la regola aurea di tale pratica: “Prendi solo le fotografie e non lasciare altro che impronte.”
Tale regola è stilata per permettere ai luoghi di permanere nel loro stato originale, di impedire dunque agli esploratori urbani di intaccare il sito attraverso la loro presenza. Prendere solo le fotografie così da far rivivere il luogo, lasciare solo le impronte per non intaccare la purezza di un luogo dimenticato dal mondo.
Non esplorare da solo
Limita il tuo gruppo
Pianifica la tua esplorazione
Prepara al meglio l’equipaggiamento
Mantieni la calma
Esplora di giorno (se possibile)
Evita di portare con te oggetti che possano essere interpretati ad uso di scasso o come armi bianche.
Indossa guanti e indumenti resistenti e comodi
Attenzione ai senza tetto e ad ospiti indesiderati come animali selvatici
Evita di arrampicarti.
Dieci regole a cui possiamo sommare la prima aurea regola che offre la filosofia degli esploratori urbani. Una filosofia che si scontra alle volte con questioni legali, in quanto l’urbe può corrispondere a “invasione di terreni o edifici” o all’”ingresso abusivo nel fondo altrui”. La questione giuridica, quindi, si esacerba intorno alle parole “invasione” (connotazione negativa e violenta) e “ingresso”, il cui significato è pressocché positivo.
In Italia è dunque possibile transitare in un luogo abbandonato, a patto che non venga occupato e non vengano depauperate le facoltà di godimento dello stesso. Basta seguire le regole sopracitate!
Storia dell’Urbex
Le sue origini vengono fatte risalire al 3 novembre 1793, quando un leggendario “esploratore” delle Catacombe di Parigi, Philibert Aspairt, divenne celebre per la sua morte prematura in quella vasta rete di gallerie sotterranee in cui si era smarrito. Il grand epubblico però, si innamorò dell’Urbex grazie innanzitutto all’esplosione di Instagram.
Il social fotografico per eccellenza è il luogo prediletto per lo sviluppo di tale disciplina, basata sul reportage fotografico che fa seguito all’esplorazione, volto a riportare alla vita luoghi ormai dimenticati solo attraverso lo scatto di un’istantanea.
A seguire la cinematografia ha offerto il suo contributo: Urban Explorers su Discovery Channel, Cities of the Underworld su The History Channel o il reality MTV’s Fear su MTV ambientato in tipici luoghi abbandonati, oppure con film come Urban Explorer, un horror- thriller che si svolge nei sotterranei di Berlino, o After…, un thriller paranormale con un gruppo di “esploratori urbani” nelle gallerie della metropolitana di Mosca sono solo alcuni dei prodotti offerti al grande pubblico per diffondere il culto dell’Urbex.
Vi abbiamo dunque convinti? Avete adesso desiderio e voglia di andare a visitare quella casa abbandonata nascosta dietro il cavalcavia che vi porta ogni giorno a casa? Bene, se abbiamo anche solo stuzzicato la vostra curiosità, ricordatevi delle regole basilari per intraprendere un’esplorazione di questo tipo e partite alla scoperta di un passato al sapore di futuro.