
Vikings è una serie tv di genere storico, creata dallo sceneggiatore irlandese Michale Hirst e trasmessa originariamente su History Channel. Attinge dalla mitologia norrena per raccontare la storia di Ragnar Lothbrok, figura leggendaria che da semplice contadino diventa infine re della Danimarca.
Affrontare il viaggio della vita
Ci sono molte cose che ho raccolto guardando questa serie. Vikings tratta principalmente un argomento: il viaggio. Ragnar e Floki, uno dei suoi più grandi amici, vengono inizialmente visti come pazzi dal resto della loro comunità perché intendono navigare verso ovest alla ricerca di terre nuove e inesplorate da saccheggiare. È così che insieme scoprono l’Inghilterra e la sua anima cristiana. Una volta tornati dal loro viaggio, cui ne seguiranno molti altri, per Ragnar inizia così la propria ascesa verso il trono del popolo vichingo.
Spesso nella vita mi sono sentito proprio come Ragnar e Floki: non attaccato alle mie tradizioni e desideroso di conoscerne di nuove, di esplorare nuove terre e entrare in contatto con nuove culture. Quella del viaggiatore, in questi anni, è diventata una vita controcorrente, così come controcorrente è il pensiero di Ragnar.
Ragnar, infatti, non si limita a vedere nell’Inghilterra una terra da saccheggiare. Ci vede un nuovo mondo, lontano da quello vichingo in molti aspetti, che desidera fortemente conoscere, e soprattutto comprendere. C’è un evento in particolare che innesca la crescita spirituale del personaggio: l’incontro con Athelstan, un monaco inglese, che Ragnar salva dalla furia dei suoi compagni prendendolo come suo schiavo. Nonostante le diffidenze iniziali, tra i due nel tempo nasce una sincera amicizia, che sfocia in un dialogo e in uno scambio costante di idee, culture e pensieri, che porterà Ragnar a mettere in discussione l’esistenza dei propri Dei. La violenta mitologia norrena, fatta di dei guerrieri, si scontra con la mentalità timorata di Dio del cristianesimo di quel tempo, facendo del pensiero religioso il secondo tema portante della serie.
Cosa possiamo imparare da Vikings
Vikings ci parla di Dio, di Dei e di uomini, delle tante forme che noi diamo alla religione e della necessità di superare le proprie barriere mentali per aprirsi a nuove prospettive e orizzonti.
Portare una zampa di coniglio, toccare ferro o non passare sotto le scale sono fatti del tutto irrazionali ma ritenuti di avere delle conseguenze sulla ” nostra ” vita.
Questa è la religione! Quando preghi e invochi i Santi, o ti lavi i piedi prima delle preghiere islamiche, o ricevi un’ostia a Messa, stai compiendo azioni che ritieni siano di buoni auspici, ma sono altrettanto irrazionali come cercare un quadrifoglio a caccia di fortuna.
Parlane con i tuoi amici e vai a fondo alla questione: come Ragnar, chi intraprende un viaggio, che sia esso spirituale o materiale, non deve farlo esclusivamente con l’idea di vedere nuovi luoghi o raggiungere nuovi obiettivi. Un vero viaggiatore è colui che sceglie di viverne ogni singolo momento, di scontrarsi con la realtà a mente aperta e di coglierne ogni singola sfaccettatura.
Per Ragnar era importante dover rinnegare gli dei norreni e la propria cultura per poter raggiungere il trono e tessere le fondamenta del nuovo regno di Danimarca, passando da un popolo di barbari ad una civiltà europea. Personalmente non credo che un Dio governi il nostro modo di vivere: noi possiamo amare, correre dei rischi e scrivere da soli la nostra storia senza l’aiuto di nessuno, se non di noi stessi.