
Una megalopoli! Non sapendo dove soggiornare, ho scelto l’hotel che all’andata in Guatemala la Pan Am (oggi fallita) aveva messo a disposizione per lo scalo in quanto – a quei tempi – non erano consentiti atterraggi di notte in Guatemala.
Bell’hotel, costoso, con ristorante in terrazza. C’è ancora, Hotel de l’Angel, ha perso un po’ del suo fascino però ha resistito. Importante, centrale, vicino al Monumento dell’Independencia.
Subito abbiamo provato a cercare informazioni sulle possibilità di contrarre matrimonio essendo minorenni. Abbiamo perso qualche giorno, il tempo era cruciale, i miei fondi avevano un termine. Comunque, nonostante ci fosse il rischio di essere presi in giro con false speranze e richieste di soldi, questo non accadde.
Abbiamo perso solo tempo, però nel frattempo avevamo finito i soldi. Ho dovuto fare ricorso a mio padre che non era informato, per lui fu una sorpresa. Non batté ciglio, ha provveduto a inviarmi quanto necessario per pagare l’hotel e comprare i ticket del volo per arrivare in Colombia.
I giorni scorrevano nella routine, qualche giro turistico della città – con molta parsimonia perché avevamo paura di perderci – qualche cena particolare e poi il ricordo del grande film che abbiamo visto “C’era una volta il West”; era una prima visione, dicembre 1969, in inglese sotto titolata in spagnolo. Ma tanto è stato un bel film che era come se fosse stato in italiano.


Una volta accertato che non c’era storia, non ci potevamo sposare, ormai mi ero fissato di raggiungere mio padre e da lì poi trovare nuove opportunità.
Peccato che mio padre abbia sbagliato a farmi il bonifico, non ho potuto esigere il pagamento; ho quindi riscritto a mio padre chiedendo un importo maggiore. Pensate, si trattava di bonifici internazionali e le transazioni rispetto ad oggi erano molto più lunghe. Anche solo mangiare e dormire ogni giorno avevano il loro costo e io avevo esaurito i fondi.
Finiti i fondi ho fatto ricorso all’Ambasciata Italiana in Messico, sono stati gentilissimi. Anche se subito mi hanno detto che avrebbero dovuto rispedirci in Italia, in quanto minorenni e senza risorse economiche. L’ambasciatore capì la situazione, è stato un bel momento: in primo luogo si è fatto garante nei confronti dell’hotel che avremmo pagato successivamente, e poi ci ha prestato una somma che non ricordo per far fronte alle spese correnti di quei giorni.
Quando sono arrivati i soldi, sono andato per il rimborso – non era una cifra – ma mi hanno detto che non era necessario e che facevano parte di quei fondi di emergenza che l’ambasciata aveva a disposizione per certi casi. É stato veramente un aiuto sia economico che morale che abbiamo ricevuto dall’ambasciatore.
Il secondo bonifico, andato a buon fine, mi ha consentito di pagare le spese del soggiorno, comprare il volo per destinazione Cali, Colombia dove viveva mio padre.