Eravamo in fuga dal Guatemala, eh si, Angela era stata allontanata da me e i suoi avevano pensato bene di mandarla ospite di amici – nientemeno che il console americano – in Guatemala. Io ero a Torino che fremevo e quindi ho preso il primo aereo per raggiungerla.
Complice la moglie del console, che non gradiva molto la presenza di Angela in casa viste le “attenzioni” del marito, mi ha fatto avere il passaporto di Angela – che le era stato sequestrato per ovvi motivi – così per permetterci di viaggiare. Nei pochi giorni precedenti alla fuga, avevo avuto modo di capire che c’erano delle possibilità di sposarci, anche se minorenni, in Messico.
Con la foga e i tratti dell’Ariete, senza pensarci troppo, com’eravamo vestiti, siamo partiti per Città del Messico senza immaginare che ci sarei tornato cinquant’anni dopo con un’altra moglie! Era una “fake news”, non c’era possibilità di sposarsi da minorenni, le abbiamo provate tutte. É ancora tanto se non mi sono fatto prendere in mezzo e pagare qualcuno per poi essere “truffato”.
I miei soldi erano finiti tra hotel, cibo, voli e disavventure, sono stato costretto a rivolgermi a mio padre che si trovava in Colombia, il quale ha rinforzato le mie finanze per poterlo raggiungere e una volta in Colombia avrei pensato a qualcos’altro.
Durante il viaggio verso la Colombia c’era da passare dal Guatemala per ritirare i bagagli. Non avevamo niente con noi, avevo paura entrare in territorio guatemalteco perché il console aveva notevoli possibilità di manovra e volevamo quindi rimanere nell’area internazionale.
Ricordo vagamente cos’ho fatto: non sono uscito dall’aeroporto, sono rimasto nell’area internazionale e qualcuno mi ha aiutato a farmi arrivare i bagagli. Tutte queste precauzioni erano super necessarie perché avevamo paura che ci potessero rimpatriare, eravamo comunque dei minorenni, è stato un momento critico.