Scherzare col fuoco: due notti in carcere per una bravata da ragazzi annoiati

chiave macchina rubata

Per gioco abbiamo scherzato col fuoco.

 

Eravamo annoiati e in cerca di nuove emozioni. Era quella noia che oggi porta qualcuno a drogarsi mentre all’epoca ci aveva spinti a fare uno scherzo ad uno degli avventori di un bar sperduto in Valle d’Aosta.

Quel giorno eravamo io ed un mio amico e andavamo cercando quel tipo di emozione, curiosi di vedere cosa sarebbe accaduto quando un malcapitato avventore di un bar di un paesino sperduto nelle valli si fosse accorto che la sua macchina era stata “rubata”

Ricordo che eravamo fuori dal bar e ne abbiamo scelta una, l’abbiamo presa e, girato l’angolo, l’abbiamo parcheggiata. Poi però, da stupidi, siamo tornati nel bar perché volevamo goderci la scena senza pensare che eravamo gli unici due “foresti” e ovviamente quando sono arrivati i Carabinieri ci hanno identificato subito. 

Ci hanno fermato, ci hanno chiesto spiegazioni e poi ci hanno portato in caserma e lì, il mio amico, è crollato subito ammettendo che eravamo stati noi ad aver “rubato”, cioè spostato, la macchina per gioco. 

 

Nessuna clemenza: denunciati, io e il mio amico siamo stati processati per direttissima e abbiamo trascorso 2 notti in prigione. La prima notte in un carcere molto “blando”, umano si potrebbe dire, quasi casalingo. I detenuti erano lì per finire di scontare la pena o comunque per piccoli reati.

 

La seconda notte l’abbiamo passata nel carcere di Aosta e lì invece c’erano detenuti di un certo spessore: ricordo che me la sono cavata grazie ad un anziano che, forse perché non avevo una mano, era intervenuto per dire di lasciarmi stare altrimenti ci avrebbero fatto “la festa”, come fanno ai nuovi arrivati: faceva parte di quel codice che vige tra detenuti e in quel carcere erano tosti. 

 

Dopo aver passato la notte, la mattina ci hanno portato in Tribunale per il processo e il giudice ci ha condannato con i doppi benefici di legge, la condizionale e la non menzione quindi la possibilità di avere la fedina penale pulita. 

 

Ricordo che tra i presenti in Tribunale c’era anche mia madre che aveva chiesto appoggio a mia zia, fatta arrivare apposta da Genova in suo supporto in quel momento che è stato per noi un dramma. 

 

Puliti penalmente ma traumatizzati, per me e il mio amico è stata un’esperienza che ad oggi direi che ci è servita. Ho scherzato col fuoco ma ne ho fatto tesoro nel tempo, una bravata di cui parlo tranquillamente e a cui sono riuscito a dare un valore. 

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