Arrivato in Colombia, a Cali, credevo di trovare mio padre. Nessuno. Voi non avete idea: arrivare in Colombia per raggiungere mio padre che si trovava a Riopaila dove aveva sede la fabbrica di cioccolato Colombina, non era tanto facile ma soprattutto poco sicuro.
Perché non c’era mio padre ad aspettarmi? Passando da Panama c’era stato uno scalo tecnico, di lì avevo mandato un telegramma a mio padre per avvisarlo del mio arrivo, ma l’impiegato si era trattenuto i soldi e non aveva spedito il telegramma.
Quindi ho concordato un prezzo con un tassista – cento dollari, che a quel tempo erano una cifra – e per fortuna siamo arrivati, non ci hanno né rapinato né sequestrato durante il viaggio. Dopo ho scoperto che in quel tempo, prima di prendere un taxi, era buona precauzione inviare la targa del taxi a un amico perché così facevi capire che avevi lasciato delle tracce.
Una volta sul posto ho avuto la precauzione di avvisare la famiglia di Angela che eravamo arrivati da mio padre – questo per de responsabilizzarlo.
Successivamente ci siamo attivati per regolare la nostra posizione: è stata una bella sorpresa scoprire che un prete cattolico – padre Mario – parroco locale, ci ha illuminati dicendo che la Chiesa aveva il potere di sposare due minorenni.
E così fu! Testimoni l’assistente sociale e mio padre, il prete e noi.
Questo è stato il nostro matrimonio, vestiti molto informalmente, pochi minuti, nessuna luna di miele, solo un pranzo spartano tutti insieme.
Anticipo qui che il primo matrimonio è questo, in Colombia; il secondo è stato decenni dopo a Las Vegas con Nancy, combinazione entrambi all’estero!